Mistificazione della società e stupidaggini “naturali”?
In una società sempre più votata al consumismo sfrenato e frettoloso, non appare più assurdo ormai il marketing delle parole sfacciato e portato avanti da logiche di profitto aziendale senza scrupoli, che pur di appropriarsi di fette di mercato mistificano la realtà inventandosi dei nomi naturali per alimenti che di naturale non hanno nulla. Un esempio su tutti è il latte di soia. Ma come si fa anche solo a scrivere una parola del genere? Ci rendiamo conto che c’è gente che soffrendo di “intolleranze” verso il latte, al mattino assume il latte di soia? Ma ci rendiamo conto che non esiste alcun latte di soia? Chi ha inventato questo latte, così come le altre stupidaggini “naturali”, ha voluto compiere un grande atto mistificatore della realtà, che colpendo i soggetti più sensibili, ne ha tratto profitto. Ma vi siete mai fermati un attimo a chiedervi dove si trova la mammella in un seme di soia o in un chicco di riso? Ricordiamo che il latte è un liquido di colore bianco e secreto dalla ghiandola mammaria delle femmine dei mammiferi. Se proprio non riuscite a bere il latte perché vi provoca malessere, oppure siete vegani e volete bere un sostituto o surrogato, abbiate almeno la pietà di non chiamarlo latte.
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