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GINKGO BILOBA: descrizione botanica, storia, curiosità, usi, benefici in fitoterapia

GINKGO BILOBA: descrizione botanica, storia, curiosità, usi, benefici in fitoterapia

ginkgo_biloba_Il ginkgo biloba è una pianta appartenente alla famiglia delle Ginkgoaceae, originaria  della Cina e Giappone. Ormai lo si trova nelle varie aree temperate del mondo, come pianta che ha lo scopo di ornare parchi o i viali delle città e per tale ragione fu introdotta in Europa verso la metà del XVIII secolo. Per la botanica è una conifera, ma il suo aspetto raffigura un maestoso albero con foglie caduche. Le dimensioni del ginkgo biloba, come altezza è di circa 40 metri, presenta un’ampia chioma a forma di piramide negli esemplari giovani e di forma ovale in quelli più vecchi. La corteccia appare liscia, di un colore argenteo nelle piante più giovani e di un grigio, tendente al marrone scuro, in quelle più mature. Le foglie sono di un verde brillante, che tenderanno al giallo intenso nella stagione autunnale, picciolate, con una forma che ricorda il ventaglio e presentano numerose nervature parallele. I fiori sono unisessuali; quelli maschili sono formati da stami con due sacche polliniche, quelli femminili sono degli ovuli nudi, in gruppi di 2-3 all’apice di lunghi peduncoli. I frutti sono rivestiti da un involucro carnoso (ovulo) di colorazione giallastra, ogni ovulo matura un seme che propaga un odore sgradevole.

Nelle foglie del ginkgo biloba sono contenuti flavonoidi, come mono, di- e tri-glicosidi, esteri dell’acido cumarico, bioflavonoidi, catechine e proantocianidine; derivati terpenici, come i lattoni diterpenici (ginkgolide A, B, C, M, J), lattone sesquiterpenico (bilobalide).

Il nome della pianta ha origine giapponese e viene descritta come “albicocca d’argento”, prendendo il suo significato dalla parte iniziale del nome: ginkgo ( gin= argento; kyo = albicocca); dato che i semi, quando giungono a maturazione, sembrano delle albicocche leggermente infarinate. Il genere della pianta, biloba, si riferisce alla forma bilobata delle foglie.

Il ginkgo biloba, definito da Darwin un “fossile vivente”, ha attratto l’interesse di svariati poeti ed artisti, come ad esempio Wolfgang Goethe che le dedicò un suo scritto. Questa pianta, coltivata da svariato tempo nei giardini dei templi e nei luoghi di culto, in Cina e Giappone, oltre che raffigurare il simbolo dell’immutabilità delle cose e della coincidenza degli opposti, fu venerata come “albero sacro”, dato che si riteneva che proteggesse dagli spiriti maligni.

Il ginkgo biloba è stata la pianta che fu descritta per la prima volta nel 2800 a.c. nella materia medica cinese, Pen T’Sao Ching e già da allora era utilizzata dagli stessi cinesi contro varie infezioni, indigestione, mal di denti, asma. I medici ayurvedici la consideravano un elisir di lunga vita.

In fitoterapia vengono utilizzate le foglie essiccate, che risultano essere ricche di sostanze attive come gli aminoacidi, flavonoidi e derivati terpenici; grazie ai quali fanno emergere proprietà benefiche, che riguarda l’azione a livello cardiovascolare, attività antiossidante, azione antiradicalica ed attività sui sistemi di neurotrasmissione. Riguardo l’azione che svolge sul sistema cardiovascolare, si preferisce utilizzare l’estratto di ginkgo biloba, dato che è capace di esercitare un effetto vasodilatatore e di ridurre notevolmente la vischiosità del sangue. Sempre l’estratto viene impiegato in caso di allergie, riducendo la liberazione di istamina, da parte dei mastociti. Per tali ragionevoli proprietà, tale pianta viene sempre più assiduamente impiegata e consigliata dai nostri amici naturopati, in svariate condizioni dove avviene una perdita o riduzione delle capacità cognitive, dell’apprendimento e della memoria, causate da un’insufficiente irrorazione sanguigna, a livello cerebrale, tipiche della demenza. Difatti, il ginkgo biloba è in grado di rallentare e ridurre i sintomi che rappresentano le demenze e il morbo di Alzheimer, migliorando la funzione cognitiva e potenziando la memoria. Riesce anche a far migliorare le prestazioni sessuali ad entrambe i sessi, facilita l’ossigenazione del cervello, attenua i sintomi dell’emicrania, protegge le arterie, le vene e i capillari, fa ridurre il gonfiore alle caviglie e le dimensioni delle varici venose. Lo troviamo protagonista anche nel trattamento dell’asma e nella sindrome premestruale.

Il ginkgo biloba risulta che abbia successo anche in cosmesi; difatti, grazie alla sua attività contro i radicali liberi, viene impiegato nelle preparazioni di creme antirughe. Molti lo utilizzano come integratore, nell’attività di bodybuilding, dato che la sua azione vaso-dilatatrice riesce ad apportare maggior afflusso di sangue ai muscoli, rendendoli più tonici.

Studi clinici hanno fatto emergere che il ginkgo biloba risulta essere utile nel contrastare la retinopatia diabetica ed evidenzia la sua efficacia anche in caso di disturbi all’udito, ronzii e vertigini. Secondo uno studio, persone affette da glaucoma che hanno assunto 120 mg di ginkgo biloba al giorno, affermano che la loro vista è migliorata considerevolmente. Altri studi hanno invece dimostrato, che l’estratto standardizzato (al 24 % in flavonglucosidi e al 6 % in derivati terpenici) della pianta, assunto alla dose di 120-240 mg al giorno per sei-otto settimane, è in grado di migliorare alcuni parametri che riguardano le funzioni cognitive. Alcuni studi hanno evidenziato che fa bene nel combattere la vitiligine e la caduta dei capelli grazie alla riattivazione del microcircolo.

GINKGO BILOBA: dosi consigliate e controindicazioni

La dose di ginkgo biloba consigliata, da assumere al giorno è di 120-240 mg. Lo si trova facilmente in foglie secche in erboristeria e si può assumere per uno o due mesi, facendo una pausa di venti giorni, tra un ciclo ed un altro. In infuso è un’ottima e comoda modalità di assunzione; utilizzando un cucchiaino raso, in una tazza di acqua calda, tenuto in infusione per 10 minuti circa e poi filtrato. Se lo si assume come tintura madre, la dose è di 40 gocce al giorno, da prendere con un bicchiere d’acqua, due volte al dì. Si riesce a trovare anche il ginkgo biloba sottoforma di compresse, capsule e bustine; in quel caso, prendete come riferimento il foglietto illustrativo.

E’ importante tenere presente che la pianta è controindicata in persone che soffrono di ipertensione, durante la gravidanza, l’allattamento ed in bambini al di sotto dei 12 anni di età. Durante l’assunzione è stata riscontrata la comparsa di nausea, vomito, cefalea, bruciore di stomaco e diarrea. Raramente, sono state riportate delle reazioni allergiche cutanee, sanguinamenti improvvisi, la comparsa di emorragie ed ematomi spontanei. Deve essere adottata molta cautela in caso di pazienti che soffrono di epilessia e che assumono farmaci per tale ragione ed anche per chi assume anticoagulanti. Inoltre, l’assunzione di ginkgo biloba dovrebbe essere sospesa almeno 36 ore prima di effettuare un qualsiasi intervento chirurgico.

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Mario Lino Parodi
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