RIBOFLAVINA (VITAMINA B2)
La riboflavina è coinvolta in moltissime reazioni metaboliche che possono riguardare anche altre vitamine. Ciò significa che uno stato carenziale di riboflavina può portare ad uno stato pluricarenziale di altre vitamine. Le alterazioni che si rilevano in corso di carenza di riboflavina sono: alterazioni del mitocondrio, inibizione della conversione della piridossina (Vitamina B6) nelle sue forme co-enzimatiche con conseguente affermazione della pellagra, aumento della perossidazione lipidica, anemia da carenza di ferro. A livello macroscopico si rileva arresto della crescita e comparsa di una sindrome simile alla pellagra caratterizzata da lesioni delle mucose e dell’epitelio dell’occhio, dell’apparato gastrointestinale e delle zone di passaggio tra cute e mucose. Si ha dolore e/o bruciore alle labbra, alla lingua od alla bocca e difficoltà a deglutire e masticare, pallore, formazione di screpolature e ragadi dolorose, dermatite seborroica. Si può anche avere lacrimazione, bruciore e prurito oculare e diminuzione dell’acutezza visiva. La riboflavina riveste un ruolo importante nella prevenzione di alcuni disturbi visivi, specialmente delle cataratte. Donne denutrite, alla fine della gravidanza soffrono spesso di disturbi visivi, sensazione di bruciore agli occhi, eccessiva lacrimazione e difetti alla vista. Queste condizioni possono essere migliorate integrando la dieta con alte dosi di vitamina B2. Studi sperimentali hanno dimostrato che alcune forme di cancro possono essere collegate a carenza di vitamina B2. In alcune parti del mondo la carenza di vitamina B2 è stata associata al tumore all’esofago. Le donne, in particolare quelle che praticano uno sport, e in generale tutte le persone che svolgono un’attività fisica spinta, hanno un fabbisogno maggiore di riboflavina. L’uso di farmaci come tranquillanti, o altre condizioni quali ipotiroidismo e intossicazione da borato, sono stati associati a carenza di riboflavina. Le persone che consumano alimenti con conservanti a base di bisolfito, o che usano farmaci quali furosemide, digossina e antiacidi possono essere carenti di riboflavina (Vitamina B2). Anche le persone che bevono molto caffè o tè o che abusano di alcool sono soggette a carenza di riboflavina. La Riboflavina favorisce l’utilizzazione energetica degli alimenti, mantiene sane le mucose respiratorie, digestive e dei vasi se associata alla vitamina A. Conserva l’integrità del sistema nervoso, della pelle, degli occhi, promuove uno sviluppo e una crescita regolari ed è utile in affezioni quali gastrite, i disturbi da alcolismo e le malattie epatiche. In uno studio pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition e condotto su circa tremila donne dai ricercatori dell’Università del Massachusetts sembra che assumere per un lungo periodo alimenti ricchi di vitamina B2 possa ridurre i sintomi della sindrome premestruale. Infatti una dieta ricca di alimenti contenenti Vitamina B1 (tiamina) e Vitamina B2 (riboflavina) può alleviare i fastidiosi sintomi della sindrome premestruale. I ricercatori hanno analizzato le abitudini alimentari delle donne per dieci anni e alla fine hanno scoperto che quelle che assumevano maggiori quantità di tiamina (B1) e riboflavina (B2) avevano meno rischi di soffrire di questa sindrome che è caratterizzata da gonfiore e fitte all’addome, ritenzione idrica, irritabilità e sbalzi d’umore. L’autrice dello studio, Elizabeth Bertone-Johnson, spiega che più del 60% delle donne che assumevano ogni giorno almeno 1,9 mg di tiamina e/o 2,5 mg di riboflavina godeva di un tangibile beneficio. Questa scoperta potrebbe rivelarsi utile soprattutto per quel 3-5% di donne per le quali la sindrome premestruale diventa una vera e propria malattia, chiamata disturbo disforico della fase luteale, che impatta seriamente la qualità della vita.
Lascia una recensione
Lasciaci il tuo parere!