Anticorpi anti-epstein-barr virus
Cos’è: Il virus di Epstein-Barr è un virus a Dna a doppio filamento appartenente alla famiglia Herpeviridae. Nella seconda metà del novecento A. Epstein e Y. Barr effettuarono degli studi su pazienti africani affetti dal linfoma di Burkitt e isolarono il virus, chiamato appunto Epstein-Barr. Tale virus non era il fautore del linfoma di Burkitt, ma fu scoperto che era presente in associazione ad altri virus. Il virus EBV può provocare semplici sintomatologie patologiche dell’apparato respiratorio e la mononucleosi infettiva, ma anche altri tipi di tumore come il linfoma di Hodgkin e il cancro rinofaringeo. Il virus è presente in tutto il mondo e più dell’80% della popolazione è portatrice sana. Il virus predilige come ospite l’essere umano e colpisce le cellule del sistema immunitario, i linfociti B, che presentano un recettore sulla loro membrana citoplasmatica che viene riconosciuto dalle glicoproteine del virus. Dopo il riconoscimento cellulare, il virus penetra nella cellula ospite e può svolgere il ciclo vitale attraverso due forme: integrata, in cui il Dna viene inserito nell’apparato genetico umano; episomiale, in cui il Dna rimane libero nel citoplasma della cellula ospite e il ciclo virale comporta la lisi cellulare, determinando una depressione delle difese immunitarie. Ad ogni modo il virus attraversa un periodo di latenza durante il quale non si riproduce, e l’ospite non avverte nessun sintomo patologico. Durante il ciclo virale, vengono prodotte le proteine antigeniche EBNA 1à6, che causano modificazione genetica dell’ospite e generano alterazioni del ciclo cellulare dei linfociti, determinando l’immortalizzazione delle cellule e la formazione di tumori.
Nel caso di infezione, il sistema immunitario dell’ospite, ad ogni modo, produce degli anticorpi diretti contro gli antigeni virali.
VCA IgM, VCA IgG, EA IgG, EBNA IgG.
In relazione al titolo anticorpale è possibile interpretare i risultati per individuare un’infezione pregressa nel tempo, precoce primaria o una riattivazione del virus (solo in alcuni casi di pazienti immunocompromessi).
VCA-IgM | VCA-IgG | EA-D, IgG | EBNA, IgG | Possibile interpretazione |
Negativo | Negativo | Negativo | Negativo | No infezione |
Positivo | Positivo | Negativo | Negativo | Infezione precoce, primaria |
Negativo o positivo | Positivo | Positivo | Negativo | Infezione attiva, anche se EA-D IgG possono persistere per tutta la vita in circa il 20% delle persone |
Negativo | Positivo | Negativo | Positivo | Infezione passata |
Negativo | Positivo | Positivo | Positivo | Può indicare riattivazione del virus |
Prescrizione esame: sintomatologia di malessere generale correlabile ad aumento della temperatura corporea persistente (nel caso della mononucleosi infettiva la temperatura corporea può mantenersi al di sopra dei 37°C per circa un mese), mal di gola, linfonodi infiammati, milza e fegato ingrossati, pregressa esposizione al virus.
Valori di riferimento:
Uomo-Donna: <20 U/ml
Anche se il monotest (prescritto per sospetta mononucleosi infettiva) risultasse negativo, ma i sintomi continuano a persistere, è consigliabile effettuare un dosaggio del titolo anticorpale.
Valori fuori norma: Solitamente la presenza di EBV causa la mononucleosi infettiva e malattie infiammatorie e infettive del tratto respiratorio, con difficoltà respiratorie. La complicanza più comune della mononucleosi è la rottura della milza. Il virus però è complesso e può causare altre complicanze tra le quali, ricordiamo, pancreatite, encefalite, epilessia, linfomi di vario genere e sclerosi multipla in associazione ad altre patologie.
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