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FUMARIA OFFICINALIS

FUMARIA OFFICINALIS L.: descrizione botanica, storia, curiosità, usi, benefici in fitoterapia

fumaria_officinalisLa fumaria officinalis è una pianta erbacea annuale di tipo rampicante appartenente alla famiglia delle Fumariaceae. Originaria dell’Europa e dell’Asia, oggi la si trova anche nel nord America e nel medio oriente. La si può incontrare sparsa per i campi, i prati, le pianure, le colline e le strade. Presenta un fusto verde, snello e lungo 70 cm circa. Le foglie sono picciolate e sottili, di colore grigio-verde. I fiori si presentano piccoli, raccolti in infiorescenze e formano delle piccole spighe opposte alle foglie; hanno un colore rosato, tendente al porpora. I frutti sono degli acheni di forma tondeggiante, schiacciati all’apice con la superficie rugosa e verde; producono un solo seme.

I principali componenti della fumaria officinalis sono gli alcaloidi isochinolici, coptisina, adlumidiceina, corytuberina, cryptopina, fumarina, fumaricina, fumarilina, fumaritina, fumaroficina, parfumina, protopina, sinactina, stilopina, flavonoidi (rutina, isoquercetina e campferolo), acido caffeico, acido fumarico, acido citrico, acido clorogenico, mucillagini, sali di potassio etc.

Le parti che vengono utilizzate per scopo terapeutico sono le sommità fiorite e quelle aeree.

Il suo nome: “fumaria” deriva dal fatto che possiede un odore che ricorda molto quello del fumo e il suo succo fa lacrimare gli occhi. In gergo viene anche chiamata: fiele della terra, erba acetina e non solo. Considerando il fatto che il succo di questa pianta fa lacrimare gli occhi, Plinio e Dioscoride la consigliavano ai loro contemporanei per purificare i loro occhi e guarirli da eventuali congiuntiviti.

Nel 1500 si è scoperto che la pianta fu di grande aiuto all’apparato digerente; conforta il fegato e lo stomaco. Nel 1800 gli venne attribuita la capacità di curare la scabbia e lo scorbuto (carenza di vitamina C). Verso la fine dell’800 la consigliavano a chi era “sensibile” ai piaceri della tavola. Secondo alcune tradizioni popolari, questa pianta assicura una vita longeva, insieme all’angelica e al frassino.

Ancora oggi la fumaria officinalis viene impiegata in caso di dispepsie biliari, stitichezza, digestione lenta o difficile, meteorismo e alitosi. Per quanto concerne la funzionalità epatica, la sua azione riguarda soprattutto la regolarizzazione del flusso biliare; se risulta essere scarso, lo aumenta, se è eccessivo lo abbassa. Ha la capacità di far depurare l’organismo, grazie alla secrezione della bile e riesce ad abbassare il colesterolo. E’ riconosciuto anche il suo effetto diuretico che riduce la pressione sanguigna quando ha la tendenza ad alzarsi.

Studi francesi hanno dimostrato che l’associazione di fumaria, un regime alimentare atossico e riposo, in casi di epatite, ha apportato un netto miglioramento. Inoltre è in grado di combattere anche l’arteriosclerosi.

Altri studi hanno evidenziato che nei pazienti con disfunzione biliare, affetti da costipazione o diarrea, un trattamento di un mese con estratti di fumaria officinalis ha normalizzato la motilità intestinale.

I principi attivi della pianta vanno assunti sotto forma di infuso o tisana, per un effetto tonico stimolante e depurativo.

Viene impiegata anche in dermatologia, per la cura dell’acne, dermatosi e psoriasi, per il suo effetto depurativo. Gli estratti di fumaria vengono utilizzati per la creazione di creme, gel ed emulsioni per il corpo.

FUMARIA OFFICINALIS L. : dosi consigliate e controindicazioni

L’assunzione della fumaria officinalis riguarda l’estratto secco e fluido. La dose che viene consigliata è di due o tre tazze di infuso al giorno, prima dei pasti principali. L’infuso, lo potete preparare mettendo due grammi di estratto secco di fumaria in 100 ml di acqua. In caso di gastrite cronica, la dose che si consiglia è di 1 grammo al giorno. E’ disponibile anche la tintura madre in gocce, da usare per le gastriti e da assumere 20 gocce, sempre per due, tre volte al giorno.

A dosaggio elevato, può provocare sonnolenza e gli alcaloidi possono essere capaci di far invertire la loro azione; se ad esempio, si vuol curare una diarrea, se si assume in dose eccessiva, la può provocare.

La fumaria non andrebbe assunta da pazienti che presentano un’ostruzione delle vie biliari, in caso di insufficienza epatica, calcolosi biliare e chi soffre di ipertensione. Cautela in gravidanza e allattamento.

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