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ARTEMISIA VULGARIS

ARTEMISIA VULGARIS L. : descrizione botanica, storia, curiosità, usi, benefici in fitoterapia

artemisia_vulgaris_artemisia_comune_2Il genere di pianta artemisia comprende 350 specie circa che crescono spontanee e coltivate, tra le quali troviamo quella che tratteremo in questo articolo ( l’artemisia vulgaris L. ).

Nasce nelle zone temperate dell’Europa, Asia e Nord Africa, ma naturalizzata anche in Nord America. E’ una pianta arbustiva che appartiene alla famiglia delle Asteraceae; viene anche chiamata mistrà, amarella, erba di San Giovanni. Predilige i terreni ricchi di sostanze azotate ed è presente soprattutto nelle zone abitate. Presenta una radice molto legnosa dalla quale nascono i fusti eretti di un colore rossiccio che riescono a raggiungere i due metri. Le foglie, di un verde intenso si presentano ben distribuite alternamente sul fusto. L’artemisia vulgaris L. emana un odore aromatico che somiglia molto all’assenzio. La fioritura avviene da Giugno ad Agosto e viene raccolta in estate fino all’autunno. I componenti che presenta la pianta sono: olio essenziale che contiene cineolo, artemisia, terpeni diversi, tujone, tannini, resine, eucaliptolo, inulina, azulene.

Il suo nome (Artemisia vulgaris) deriva dal nome della dea greca Artemide (dea della caccia e della luna che presiedeva i parti), in quanto cura particolarmente le malattie della donna, oppure da una parola greca “artemes” che vuol dire “sano, di buona salute”. Un’altra attribuzione potrebbe far riferimento ad Artemisia, consorte di Mausolo, re di Caria.

Apuleio dice che la pianta ha il potere di alleviare la fatica dei viaggi e di scacciare via i demoni e neutralizzare il malocchio. Nel linguaggio dei fiori simboleggia la beatitudine.

Il binomio scientifico Artemisia vulgaris venne proposto da un biologo e scrittore svedese Carl Von Linnè, considerato il padre della classificazione moderna e scientifica degli organismi viventi, nella pubblicazione “ Special Plantarum”.

La pianta viene impiegata per diversi scopi che vanno dall’aromaterapia, alle cure omeopatiche con le tisane ed infusi benefici per il corpo, ma anche per la mente.

L’artemisia vulgaris è molto usata nella medicina tradizionale cinese e giapponese, per la preparazione della moxa ( dal giapponese moe kusa ) che sta a significare “ erba che brucia “, una medicina che si ottiene triturando in un mortaio la pianta fino a ricavare un impasto lanoso, con il quale si ottengono delle palline o dei coni che vanno appoggiati su punti specifici della pelle, che corrispondono ai punti dell’agopuntura per poi venire bruciati.

Ippocrate la consigliava per far espellere la placenta e Dioscoride per accelerare il parto. Nell´immaginario antico rientrava tra quelle piante adatte per combattere l’epilessia.

Le radici dell’artemisia vulgaris hanno un potere sedativo, capace di far rilassare il sistema nervoso, difatti sono indicate nei casi di stanchezza generale e di sovraeccitazione. Gli olii essenziali e i flavonoidi conferiscono alla pianta un’azione antispasmodica, attenuando gli spasmi muscolari che possono insorgere durante il periodo del ciclo mestruale. Regola il flusso mestruale nei casi di amenorrea e irregolarità del ciclo mestruale. Era usanza bere durante il giorno un litro di infusione preparata con un pugno di foglie di artemisia vulgaris in acqua bollente. Questo infuso veniva utilizzato anche per alleviare i disturbi che apporta la menopausa come la ritenzione idrica, l’umore instabile e le classiche “ vampate di calore “.

Associata in parti eguali alla salvia ( Salvia officinalis L. ) e posta a macerare un paio di giorni circa in un litro di vino rosso, un bicchiere a mezzogiorno e uno la sera era efficace contro l’anemia.

La presenza di questi olii essenziali oltre a rendere la pianta un buon rimedio antisettico ed espettorante in caso di tosse, viene utilizzata contro parassitosi intestinali, mentre per l’azione eupeptica è utilizzata nei casi di digestione difficile, soprattutto nella formulazione di liquori naturali, difatti è utilizzata nelle frizioni, allevia i mal di pancia, i dolori al torace e le contratture muscolari localizzate negli arti inferiori, conseguenti a sforzi fisici intensi. Allevia i disturbi digestivi: coliche, diarree croniche, dolori viscerali, senso di gonfiore addominale, flatulenza. Stimola la secrezione dei succhi gastrici, favorendo quindi l’appetito. Potente vermifugo: elimina i vermi intestinali

In fitoterapia, questo rimedio naturale lo si trova sotto forma di polvere, capsule, oli essenziali e di foglie essiccate per infusioni. In ogni caso, è indispensabile rispettare le dosi prescritte nel foglio illustrativo per evitare possibili complicanze. Le capsule, per uso esclusivo degli adulti, sono raccomandate nei casi di inappetenza, oltre che nella cura dell’anoressia.

Le foglie aromatiche dell’artemisia vulgaris vengono intelligentemente utilizzate per profumare l’ambiente o per insaporire ed aumentare le proprietà delle tisane, le quali assorbiranno i principi attivi della pianta.

 

ARTEMISIA VULGARIS L. : dosi consigliate e controindicazioni

La dose giornaliera che si consiglia agli adulti è di 1-1,5 g di droga per 150 ml d’acqua in infusione o come decotto fino a 3 volte al giorno. In caso di inappetenza si consiglia una somministrazione da mezz’ora ad un’ora prima dei pasti; nel caso di disturbi dispeptici da assumersi calda dopo i pasti.

L’artemisia vulgaris è un’erba a basso contenuto tossico ma se ne sconsiglia l’utilizzo alle gestanti, nel periodo dell’allattamento, oltre che ai bambini. I soggetti con problemi allergici e affetti da insufficienza renale o epatica, nei casi di ulcera gastrica o duodenale esterno devono astenersi dal consumarne. Gli effetti collaterali che risultano noti sono le allergie da contatto provocate dai lattoni sesquiterpenici contenuti nella pianta e dai pollini presenti nei fiori. La mancata osservanza delle dosi prescritte può anche causare irritazioni gastriche e intestinali.

 

ARTEMISIA VULGARIS L. : curiosità in cucina e ricette

L’artemisia vulgaris è stata utilizzata anche in cucina: in Francia,ancora oggi,si adopera per preparare l’oca farcita, mentre in Inghilterra,in tempo di guerra,era impiegata al posto del tè. E’ una pianta molto aromatica e se ne impiegano le foglioline più giovani anche per insaporire insalate, formaggi freschi, arrosti di maiale e per creare aperitivi. La sua nota amarognola è molto indicata per sgrassare la bocca dopo pasti particolarmente ricchi.

Vermut all’artemisia vulgaris

Ingredienti: 1 pugno di foglie di artemisia vulgaris, 1 litro di vino rosso corposo,1 bicchiere di grappa, stevia q.b. 1 stella di anice.

Preparazione: Lasciare le foglie a macerare nel vino rosso per cinque giorni, trascorsi i quali filtrate il tutto. Aggiungete al liquido ottenuto la grappa, la stevia ( la trovate in farmacia e nei negozi specializzati ), l’anice stellato e fate macerare per altri sette giorni.
A questo punto non vi resta che filtrare di nuovo e riporre il vostro vermut in una bottiglia di vetro. Conservatela in frigorifero per evitare problemi di fermentazione.

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