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FRANGOLA

FRANGOLA (FRANGULAE CORTEX): descrizione botanica, storia, curiosità, usi, benefici in fitoterapia

frangolaLa frangola è una pianta arborea che appartiene alla famiglia delle Ramnacee, originaria dell’Europa, dell’Asia occidentale e del nord Africa. Successivamente fu introdotta nell’America nordorientale, dove si è naturalizzata in modo perfetto fino al punto di essere considerata una specie quasi invasiva.

L’altezza del suo arbusto può arrivare a sfiorare i 6 metri. La sua corteccia si presenta di colore grigio-violacea con svariate lenticelle arrotondate nei rami, di color biancastro, tendenti al grigio. Le foglie si presentano alterne e caduche, talvolta lucenti nella parte superiore, con 8-12  paia di nervature in rilievo. I fiori presentano un colore verdastro e sono piccoli, raccolti in fascetti di 2-10, ermafroditi. I petali sono cinque e si presentano piccoli e di colore bianchicci. Il suo frutto è una drupa di forma sferica di colore nero-bluastra con un seme giallastro, rotondo e quasi piatto. Questa pianta predilige terreni umidi e sabbiosi; la si può trovare nei boschi di montagna o di pianura, lungo le rive dei fiumi e nei terreni asciutti assume un bel portamento compatto. Nei luoghi asciutti la frangola fiorisce solo durante la primavera; mentre, in quelli umidi, i rami fioriscono in estate, quando potremo trovare su ogni estremità dei rami, dei fiori, boccioli, frutti verdi che successivamente tenderanno al rosso e nero.

La parte della frangola che viene considerata e utilizzata maggiormente è la corteccia e talvolta anche il frutto. La corteccia viene raccolta nel periodo primaverile; si incidono i rami e si ricavano delle strisce sottili.

I principali principi attivi che troviamo nella frangola sono: franguline A e B, glucofranguline A e B, ramnoxantina, ramnocerina, acido arachinico; dopodiché, troviamo anche dei polisaccaridi acidi, flavonoidi, tannini, sali minerali e potassio.

Il nome di tale pianta sembra che abbia un’origine latina, da “frangula”,  che significa rompere, dato che i suoi rami sono molto fragili e  celtica, da “ram”  che sta a significare spino, dato che i rami della frangola presentano delle spine. Comunemente viene anche chiamata “Rabarbaro dei contadini”.

L’uso della frangola accompagna la storia dell’uomo da millenni. La prima testimonianza ci arriva dal medico greco Galeno, vissuto nel II Sec. A.C. Secondo la tradizione popolare, questa pianta era in grado di proteggere dai demoni, dalle pozioni avvelenate e più verosimilmente, dalle emicranie.

Il principio attivo “principe” della frangola è rappresentato dalla frangulina, una sostanza eccelsa nella cura della stitichezza, sia cronica che occasionale.

La pianta viene impiegata per uso esterno ed interno. Per uso interno,  la sua corteccia viene utilizzata per le sue capacità lassative; quindi, in caso di costipazione o stipsi che dir si voglia, sia cronica, che occasionale. Oltre ad avere un’azione purgativa, la frangola è in grado di stimolare la secrezione della bile. A Differenza di altri purgativi naturali o artificiali, la corteccia di questa pianta officinale, possiede la capacità di donare il gusto tono alle fibre muscolari dell’intestino. Non risulta irritante, né crea assuefazione e se si assume per un tempo prolungato, risulta meno dannoso di altri lassativi naturali e non. Il suo utilizzo viene indicato nel caso in cui le feci devono risultare molli, in presenza di vene ingrossate, infiammate nella zona dell’ano e in caso di emorroidi.

Per l’utilizzo esterno invece, viene utilizzata sotto forma di colluttorio, in caso di afte che riguardano il cavo orale e per le stomatiti.

La corteccia della frangola viene utilizzata anche per tingere di giallo i vari tessuti; mentre le bacche che risultavano acerbe, venivano utilizzate per ottenere delle tonalità di colore verde. Mentre il carbone del legno di frangola, veniva utilizzato come polvere da sparo, ed era molto ricercato e conosciuto.

 

FRANGOLA ( FRANGULAE CORTEX ): dosi consigliate e controindicazioni

Si consiglia di assumere la pianta sotto forma di decotto in piccole dosi, subito dopo i pasti o la sera, poco prima di coricarsi. La corteccia fatta essiccare e consumata dopo un anno circa, va assunta con moderazione, dato che potrebbe causare nausea, coliche, gastrite, vomito, spasmi intestinali e altri sintomi da avvelenamento. In caso in cui dovrebbero presentarsi tali sintomi, si può ricorrere ad altri rimedi naturali, come la camomilla e il finocchio. In media, il trattamento dovrebbe durare dagli 8 ai 10 giorni continuativi. L’assimilazione ridotta del potassio può contrastare l’azione che apportano certi farmaci che contengono cortisonici, cardioattivi, antiaritmici e glicosidi. L’assunzione della frangola è sconsigliato ai bambini al di sotto dei 12 anni, durante la gravidanza e allattamento. E’ controindicato anche in caso di morbo di Crohn, colite, ulcera, appendicite, diverticolosi intestinale, mestruazioni, se ne sconsiglia il suo utilizzo.

FRANGOLA (FRANGULAE CORTEX): ricetta come rimedio curativo

Vi proponiamo adesso la ricetta di un decotto a base di frangola da utilizzare per uso interno:

Ingredienti: 1 cucchiaino da thè di radice di frangola, 150 ml di acqua.

Preparazione: Versate la radice tritata in un pentolino con dell’acqua fredda. Portate il tutto ad ebollizione. Fate bollire per un paio di minuti e spegnete il fuoco. Coprite con un coperchio e lasciate in infusione per 10-15 minuti circa. Filtrate con un colino l’infuso e bevetelo dopo un pasto serale per beneficiare della sua azione lassativa.

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