L’insonnia ed un sonno disturbato aumenta il rischio di fratture ossee: Gli esperti ritengono che i problemi di sonno cronici possono causare l’osteoporosi
Non riuscire ad avere un buon sonno durante la notte rende, secondo un nuovo studio, le ossa più deboli.
Gli scienziati sostengono che la mancanza di riposo impedisce all’osso di riparare se stesso in modo efficace.
Gli uomini che avevano un sonno non ottimale, dopo già 3 settimane riportavano i livelli più bassi di biomarcatori di formazione ossea.
L’autore dello studio Christine Swanson dell’Università del Colorado ha detto che i risultati possono spiegare il motivo per cui non c’è ancora ad oggi una chiara causa dell’osteoporosi nelle maggior parte dei casi ed ha aggiunto anche che questo equilibrio osseo alterato crea una potenziale finestra di perdita di massa ossea che potrebbe portare ad osteoporosi ed alle fratture ossee. Questi dati suggeriscono che la privazione del sonno può essere più dannosa per il metabolismo osseo nell’età giovanile, quando la crescita delle ossa è fondamentale per la salute scheletrica a lungo termine. Si stima che circa 54 milioni di americani soffrono di questa condizione, mentre tre milioni sono colpiti nel Regno Unito. Un sonno insufficiente è anche diffuso in tutto il mondo, e si ritiene che il problema del sonno influenzi circa il 25 per cento di persone degli Stati Uniti. Un rapporto analogo vi è anche per il Regno Unito. L’insonnia viene definita come l’incapacità di dormire, ed è nota per far aumentare il rischio di attacchi di cuore, depressione ed obesità. Per il nuovo studio sono stati impiegati dieci soggetti ed il focus dello studio è stato quello di capire l’impatto sulla salute della restrizione del sonno e la rottura del ritmo circadiano. Quest’ultimo è definito come una ‘mancata corrispondenza’ tra l’orologio interno del corpo e l’ambiente, causato da vivere in un giorno più o meno lungo di 24 ore. Nel corso di tre settimane, i partecipanti si sono recati a dormire ogni giorno quattro ore più tardi rispetto alla sera precedente, risultante quindi in un giorno di 28 ore. I partecipanti sono stati invitati a mangiare la stessa quantità di calorie e sostanze nutritive in tutto lo studio, permettendo ai ricercatori di vedere per intero gli effetti del sonno. Dopo le tre settimane, tutti gli uomini avevano livelli della formazione ossea biomarcatore P1NP ridotto in maniera significativa nei loro campioni di sangue. Tuttavia, questo calo è stato maggiore per gli uomini più giovani (27 per cento) rispetto a quelli più anziani (18 per cento). I ricercatori hanno aggiunto che ulteriori studi sono necessari per confermare questi risultati e per esplorare se ci sono differenze nelle donne. Noi di Naturbene conosciamo bene quanto sia importante avere un buon sonno, un “normale” e soddisfacente sonno. Fonte
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