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GINEPRO: descrizione botanica, storia, curiosità, usi, benefici in fitoterapia

GINEPRO: descrizione botanica, storia, curiosità, usi, benefici in fitoterapia

gineproIl ginepro (Juniperus L.) è una pianta arbustiva, sempreverde e spinosa, appartenente alla famiglia delle Cupressaceae che comprende il ginepro comune e svariate specie, apprezzate per la qualità del legno. Cresce spontaneamente in Europa, Asia settentrionale ed in America del Nord. E’ un arbusto che riesce a sopravvivere in terreni incolti vicino al mare ed alle montagne. In Italia lo si trova sulle Alpi, sull’Appennino, fino al Lazio ed in Sardegna.

Presenta l’aspetto di un piccolo albero con cespugli più o meno alti e la sua altezza oscilla da 1 a 9 metri circa. Le sue foglie sono aghiformi, di un verde argenteo. I fiori sono molto piccoli e profumati, di colore giallo chiaro ed appaiono in tarda primavera, quasi all’inizio dell’estate. I frutti, detti anche bacche, maturano in due anni e nella stagione autunnale si possono trovare delle piante con frutti arrotondati, maturi, di colore blu-viola, del precedente anno; frutti acerbi di colore verde, di quell’anno e piante senza frutti che rappresentano gli esemplari maschili. La maturazione dei frutti avviene in due anni; essi, vengono raccolti nel periodo autunnale ed impiegati in fitoterapia. I componenti principali del ginepro sono costituiti dall’olio essenziale, rappresentato da monoterpeni, fra cui mircene, sabinene, limonene, alfa-pinene, pcimene, beta pinene, cantene, borneolo,  flavonoidi, antociani e resine.

In greco, il ginepro viene chiamato “arkeuthos”, da “arkèo” che sta a significare: respingere un nemico. In passato, difatti, era considerato capace di proteggere dalle malattie e dagli spiriti malefici per merito dei suoi rami piuttosto spinosi. Secondo una vecchia leggenda medioevale, fu la pianta che diede riparo alla Sacra Famiglia durante la fuga in Egitto e per ciò fu benedetto dalla Vergine. In vari paesi era abituale piantare il ginepro vicino casa e con le sue frode, crepe e fessure venivano sfregate per evitare che potessero diventare delle vie di accesso per gli spiriti maligni e per le negatività in genere. Per tutto ciò viene considerata la pianta del Natale, dato il  significato benefico che possiede. Era una delle piante amate da Greci e Romani che ne bruciavano le bacche ed i rami, come se fossero incensi, per purificare l’aria. Apicio, gastronomo dell’antica Roma lo nominava fra le spezie che non potevano mancare ad un cuoco dato che veniva considerato il sostituto principale del pepe. I suoi rametti nel Medioevo ebbero una fama straordinaria; difatti erano alquanto indicati (dato il profumo che sprigionavano) per la carne allo spiedo, perché dentro di essa rilasciava il suo sapore. Da quell’epoca il ginepro costituisce buona parte delle ricette a base di selvaggina, e il suo legno è stato usato per le cotture allo spiedo o alla griglia dato che trasmetteva alle carni un gradevole aroma di resina. Nelle credenze popolari i rami di tale pianta dovevano essere utilizzati sia come bastone per girare la polenta che per essere appeso sopra la porta di casa o della stalla. Con i rami del ginepro, inoltre, veniva alimentato il fuoco, qualora ci fosse un ammalato. Il famoso abate Kneipp consigliava di avvolgere il malato in una coperta riscaldata dai vapori di una pentola in cui bollivano le bacche ed i rami del ginepro. Questo consiglio è passato alla storia della fitoterapia popolare prendendo il nome di “mantello del dottor Kneipp”. Nel periodo del Rinascimento la pianta veniva utilizzata come antidoto contro il morso dei serpenti, contro la peste e la rabbia. Gli Indiani d’America la utilizzavano per combattere il mal di stomaco e le malattie respiratorie.

Grazie alle innumerevoli proprietà della pianta, a scopo terapeutico si utilizzano le bacche ed i rami del ginepro, appena germogliati. Una delle principali proprietà del ginepro è quella di stimolare la diuresi, grazie all’azione del tarpinene. Funge anche da depurativo e favorisce la distruzione dell’acido urico. Presenta anche delle proprietà digestive e favorisce l’eliminazione dei gas intestinali. Masticare le bacche del ginepro, subito dopo aver mangiato, difatti, aiuta la digestione.

Alcuni studi recenti, invece, hanno dimostrato che le bacche di ginepro hanno la proprietà di far abbassare la glicemia e risultano quindi utili per il diabete. Il germoglio della pianta è un rigeneratore epatocellulare e funge anche da disintossicante,  antinfiammatorio e protettore renale. L’olio essenziale è in grado di alleviare dolori muscolari, articolari che riguardano patologie come artrite e reumatismi. E’ utilizzato anche per l’artrosi e la gotta. Per chi soffre di inappetenza, reumatismi e gotta si consigliano delle frizioni di ginepro che vanno eseguite in questo modo: porre 50 gr. di bacche di ginepro schiacciate, 10 gr. di foglie di rosmarino in un bicchiere di alcool denaturato. Far riposare per 15 giorni prima di filtrare con una tela. A ciò che avrete filtrato aggiungete 25 gr. di olio di ricino. Frizionare le parti indolenzite dai dolori reumatici. Dopo la frizione ricoprite con un panno di lana.  

Un’altra proprietà del ginepro è quella di avere effetti benefici per la tosse e se utilizzato sotto forma di tintura madre risulta essere utile in caso di cistite. Regolarizza il ciclo mestruale e presenta anche proprietà sudorifera. Previene e tratta anche malattie come obesità, cellulite, eczema e varie affezioni della pelle, acne,piaghe, herpes. Le bacche mature, appena raccolte, se vengono schiacciate ed applicate come impacco sull’acne, hanno un effetto benefico. La polvere ottenuta dalle bacche essiccate può anche essere utilizzata per alleviare le punture degli insetti. L’olio essenziale di ginepro, insieme all’olio di mandorla, può essere utilizzato per combattere la cellulite o per impacchi contro le emorroidi, e se aggiunto all’acqua per il bagno, risulta avere proprietà tonificanti. In cosmesi l’essenza di ginepro viene utilizzata per la produzione di saponi, profumi e detergenti.

La Shiraz University of Medical Sciences ha reso noto che le bacche di ginepro proteggono l’organismo dai batteri che risultano essere responsabili dello sviluppo sia dell’ E. coli, della gonorrea, della polmonite e staphylococcus aureus. Quest’ultimo è una infezione che spesso si diffonde negli ospedali e gli antibiotici in genere non riescono a sconfiggerla.
Alcuni ricercatori della University of Gazi in Turchia hanno studiato gli effetti del ginepro sui ratti, nutrendoli con le foglie. Hanno riscontrato che i livelli di glucosio nel sangue erano nettamente in caduta nei 10 giorni del loro esperimento.

La Pai Chai University della Corea ha fatto altri studi simili su ratti diabetici, nutrendoli con dosi singole di ginepro. Dopo aver ingerito l’estratto della bacca, per 9 ore di fila, i livelli di glucosio nel sangue del ratto, hanno subito una significativa diminuzione.

 

GINEPRO: dosi consigliate e controindicazioni

Le dosi consigliate di assunzione del ginepro sono: dai 2 agli 8 grammi di polvere al giorno, 2 grammi di droga in una tazza da 150 ml. circa di acqua bollente (tisana), dalle 2 alle 5 gocce di olio essenziale al giorno, 30 gocce di tintura madre distribuite in tre volte al giorno. Il suo impiego è sconsigliato alle donne in gravidanza, durante l’allattamento, a persone che soffrono di insufficienza renale o affezioni renali. Gli effetti collaterali che possono insorgere con il suo utilizzo possono essere: irritazioni gastriche, irritazioni cutanee e per tale motivo, non dovrebbe essere assunto oltre le sei settimane consecutive.

GINEPRO: curiosità in cucina e ricette

Se i rami del ginepro sono riconosciuti come ingredienti importanti nelle ricette a base di selvaggina, anche le bacche trovano impiego in cucina per aromatizzare alcuni liquori come il gin ed il vermouth. Inoltre con le bacche mature e appena raccolte, una volta cotte, si possono preparare delle ottime crostate.

Adesso vi proponiamo delle ricette che come ingrediente speciale, presentano il ginepro in questione:

Galletto al ginepro

Ingredienti: 1 galletto, 30 gr. di burro, ½ scalogno, ½ bicchierino di gin, alcune bacche di ginepro, ½ mestolo di brodo, sale q.b.

Preparazione: Fare fondere il burro in una pirofila e adagiare il galletto pulito, facendolo rosolare da ogni lato. Spruzzare con del gin ed infiammare. Cospargere il galletto con lo scalogno tritato ed il ginepro pestato. Adesso bagnare con del brodo di carne e passare in forno preriscaldato a 220 ° per 45 minuti circa, bagnando, se occorre, con del brodo.

Vino al ginepro

Preparazione: Porre a macerare 15 gr. di bacche schiacciate di ginepro e una scorza di limone in un litro di vino bianco secco ad alta gradazione per 15 giorni. Passato questo periodo, filtrare e conservare in bottiglia.

Il vino di ginepro è un buon tonico, diuretico e digestivo. Si consiglia di bere due bicchierini al giorno.

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