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FUCUS VESICULOSUS

FUCUS VESICULOSUS: descrizione botanica, storia, curiosità, usi, benefici in fitoterapia

fucus_vesiculosusIl fucus vesiculosus è considerata un’alga marina bruna appartenente alla famiglia delle Feoficee. Originaria  delle coste dell’Oceano Atlantico, Pacifico, del Mar Baltico e del Nord. La sua altezza oscilla dai 40 cm al metro circa e alla sua base presenta una sorta di “piede” piatto che si divide in lobi ad uncino che hanno il compito di fissare la pianta alle rocce. Attaccato a questo “piede” troviamo un fusto non molto lungo, di forma rotonda con dei rami di color verde oliva, tendente al bruno. Sparse qua e là si presentano delle vescichette ellittiche piene di aria che hanno il compito di sostenere e far galleggiare la pianta. Le alghe, non producono fiori, ma all’estremità della pianta si presentano delle masse granulose, dove, all’interno di esse vi è la produzione di spore, dando così vita alla riproduzione.

I principali componenti del fucus vesiculosus sono: iodio, polisaccaridi, polifenoli, fosforo, calcio, rame, ferro, potassio, magnesio, manganese, sodio, cloro, boro, cobalto, bario, zinco, litio, cromo, nickel, stronzio, silicio, vitamina A, B, B2, B12, vitamina C, provitamina D, vitamina E, alanina, lisina, glicina, valina e treonina.

Il suo nome “Fucus” deriva dal latino e si traduce :“lingua di fuoco”.

Plinio fu il primo a descrivere questa alga, chiamandola “quercia marina”, data la sua somiglianza con le foglie della quercia. Sembrerebbe che gli antichi si servissero di questa alga bruna  per tingere di rosso; Virgilio la consigliava a chi soffriva di anemia. Si partiva con l’osservazione della natura,  se il  fucus tinge di rosso e il sangue è rosso, allora quest’alga avrebbe aiutato coloro che possiedono un sangue debole; inoltre, chi vive vicino al mare, non ha quasi mai problemi di ingrossamento tiroideo, mentre sui monti, lontano dagli influssi dello iodio, i casi erano e sono molto più frequenti.

Questa alga è stata usata per centinaia di anni, dato che era considerata una cura medica miracolosa per svariati disturbi, ma ha raggiunto il suo segno nella storia per la scoperta di iodio, nel 1811.

L’uso del fucus vesiculosus proviene dunque, dal suo alto contenuto di iodio, l’elemento primario che assicura il corretto funzionamento della tiroide e di conseguenza, la corretta attività del metabolismo. Per scopi curativi, la pianta viene usata tutta intera. Sfruttando la presenza dello iodio, questa alga bruna, trova il suo largo impiego nella cura dell’obesità, sovrappeso, artrite, dolori articolari, arteriosclerosi, bronchite, disturbi del tratto urinario.

Se approfondiamo, noteremo che la stimolazione del metabolismo lipidico, rende il fucus vesiculosus capace a ridurre il livello di colesterolo e diabete nel sangue. Inoltre, la presenza di alginati (sodio, calcio, etc) favorisce un’attività di tipo lassativo, dovuto ad un processo osmotico di assorbimento da parte dell’intestino, favorendo l’idratazione delle feci e l’evacuazione con un effetto disintossicante.

E ‘anche utilizzato a livello topico per curare punture di insetti, oltre che  per l’invecchiamento, le ustioni e altre malattie che riguardano la pelle. Per gli inestetismi della cellulite e delle adiposità localizzate ad esempio, l’estratto di fucus vesiculosus viene utilizzato nella preparazione di cosmetici, come creme, bagnoschiuma e gel. Trova impiego anche nelle formule di prodotti adatti per chi ha la pelle tendenzialmente secca.

Uno studio scientifico, condotto sui ratti ha valutato la tossicità e la sua azione antiossidante di due estratti di fucus che contenevano il 28,8% di polifenoli e lo 0,0012 di fucoxantina. Si è notato che nessuno dei due estratti presentava una tossicità cronica o acuta nell’animale e che entrambi mostravano un’azione antiossidante valida. Lo studio ha indicato dunque, che un estratto di fucus vesiculosus risulta avere un’azione antiossidante senza causare tossicità.

Uno studio clinico ha valutato l’effetto di un estratto dell’alga bruna in questione, sulla glicemia e sull’insulinemia. Sono stati presi 23 pazienti, di cui, 12 donne e 11 uomini, di età compresa tra i 19 e i 59 anni, non affetti da diabete mellito, né da intolleranza al glucosio. Dovevano assumere 500 mg di estratto di fucus mezz’ora prima di ingerire 50 gr di pane bianco due volte al dì, con la misurazione della glicemia e dell’insulinemia, dopo 3 ore aver ingerito il pane. Si è riscontrato che l’estratto ha causato la riduzione dell’area incrementale sotto la curva dell’insulina ed un aumento del 7,9% dell’indice di sensibilità all’insulina di Cederholm. Non vi sono stati degli effetti apprezzabili sulla glicemia. Lo studio ha indicato che un estratto di fucus è capace di alterare l’omeostasi insulinica in risposta all’ingestione dei carboidrati nell’uomo.

Nel mercato il fucus è disponibile sotto forma di tinture, tisane, polveri, cerotti da applicare sulla pelle, per la perdita di peso, capsule, olii per uso topico e non solo.

 

FUCUS VESICULOSUS: dosi consigliate e controindicazioni

Gli integratori a base di fucus vesiculosus vanno assunti a dosi molto leggere, che non superino i due mesi consecutivi di tempo. La cura può essere scandita da pause che aiuteranno il corpo ad assorbire il trattamento in modo sano.

Se parliamo di tintura madre, la dose consigliata varia dalle 10 alle 30 gocce, che vanno diluite in un po’ d’acqua, un paio di volte al dì. Per quanto riguarda l’estratto secco nebulizzato titolato in iodio, la dose giornaliera da assumere è compresa tra i 600 e i 1000 mg da suddividere in due somministrazioni; in genere, la mattina appena svegli e nel primo pomeriggio.

Non va usato in pazienti portatori di malattie tiroidee, data la sua azione che stimola la tiroide. Se si assume in dosi eccessive, potrebbe causare un ipertiroidismo che si può riconoscere con la comparsa di tremori, tachicardia, insonnia e ipertensione arteriosa. Inoltre, potrebbe arrecare delle reazioni allergiche nei soggetti sensibili. E’ controindicato ai pazienti cardiopatici, a chi è in gravidanza e allatta. Va usato con molta cautela nei bambini al di sotto dei 12 anni.

 

FUCUS VESICULOSUS: utilizzi culinari

Comunemente viene impiegata in cucina, anche se possiede un forte odore e un sapore poco gradevole. Viene consumata cruda o cotta in minestre e cereali.  Inoltre, per il suo alto contenuto di minerali, viene anche impiegata come carburante e cibo per il bestiame.

L’utilizzo del fucus vesiculosus in cucina è legato alla tradizione culinaria dell’Est asiatico e, in particolar modo, a quella del Giappone. A livello industriale si sfruttano le proprietà addensanti del fucus per la produzione di prodotti dolciari, sughi ed alimenti pronti all’uso, come budini, caramelle, formaggi, gelati e come ingrediente di gomme alimentari.

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