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BACCELLO DI FAGIOLO – FASEOLAMINA

BACCELLO DI FAGIOLO – FASEOLAMINA: descrizione botanica, storia, curiosità, usi, benefici in fitoterapia

faseolamina_fagioloIl baccello di fagiolo in botanica è conosciuto con il nome di Phaseolus vulgaris L. ed appartiene alla famiglia delle Leguminose. E’ una pianta annuale che si sviluppa rapidamente con un apparato ramificato e superficiale. La sua coltivazione racchiude un alto numero di varietà, dal fagiolo nano, a quello rampicante. I fiori si presentano riuniti a grappoli da 4 a 10, all’ascella delle foglie. Il frutto è appunto un baccello allungato che può essere ricurvo o diritto; in base alla tipologia, può presentare un guscio coriaceo o tenero, colorato in modo uniforme o variopinto. I semi possono avere una forma, un colore ed una grandezza che può variare.

Originario del Messico e Guatemala, fu importato in Europa grazie ai portoghesi e agli spagnoli, e venne distribuito in Grecia, in Italia e perfino in Africa. Oggi troviamo la sua coltivazione nelle zone tropicali, subtropicali temperate. Il 30% circa della sua coltivazione a livello mondiale si trova in America Latina, meno conosciuto in India.

I suoi componenti principali sono: aminoacidi, trigonellina, tirosina, bucina, arginina, triptofano, lisina, colina, asparagina, faseolunatina, glucochinina, lectine, vitamina C, faseolina, flavonoidi, sali minerali, acido salicilico, fibre grezze, faseolamina, sostanze ormonali.

Il fagiolo venne introdotto e utilizzato dopo la scoperta dell’America; usato come pietanza, nella stragrande maggioranza dei casi, veniva sgranato e impiegato nella preparazione di minestre e contorni ricchi di vitamine, sali minerali e proteine. Nella fase iniziale erano solo poche le specie ad essere coltivate, mano a mano sono state importate parecchie varietà ma non tutte indirizzate alla tavola.

Associati al culto dei defunti, rappresentavano l’alimento principe dei sacerdoti egizi durante i loro riti isidei. La facilità di riuscita della sua coltivazione dei fagioli e le sue proprietà nutritive li fecero apprezzare, dall’Alto Medioevo, nelle cucine dei conventi. Divenne il cibo obbligatorio nelle diete dei monasteri, un umile nutrimento che veniva contrapposto alla grassa e peccaminosa carne. Furono graditi dal papa Clemente VII, dall’imperatore Carlo V e da Caterina dei Medici che intuirono l’importanza alimentare. In Europa sono stati coltivati a scopo ornamentale, una decina circa di varietà: i fagioli di Lima, i fagioli bianchi di Spagna, i cannellini, i borlotti, ai quali furono dedicate delle pagine di lode da parte del naturalista Lodovico Castelvetro e dal medico Pierandrea Mattioli.

La versatilità e la sua facile conservazione resero il fagiolo il prodotto chiave dell’industria alimentare che sorse nel Novecento.

In fitoterapia, il baccello di fagiolo viene impiegato da lungo tempo come ipoglicemizzante e diuretico. Può infatti, risultare utile per la prevenzione di disturbi renali, come i calcoli e tutte quelle patologie che derivano dall’accumulo di sostanze dannose per l’organismo. I frutti vengono utilizzati per la loro azione digestiva che viene garantita dalle sue fibre e per la sua componente attiva antiglicemizzante. In tempi molto recenti è stata valorizzata la sua attività nel trattamento del sovrappeso e per combattere la cellulite; il baccello di fagiolo, difatti, ha la capacità di frenare un enzima denominato alfa-amilasi pancreatica, facendo determinare un minimo assorbimento di zuccheri che provengono da un’alimentazione ricca di farinacei in genere. In termini tecnici, la faseolamina (la proteina estratta dal baccello di fagiolo), legandosi all’alfa-amilasi pancreatica, rende inattivo tale enzima impedendo la digestione degli amidi. Questa azione è sinergizzata dalla presenza di una buona percentuale di fibre alimentari che rendono possibile un arrivo progressivo degli zuccheri nell’intestino, rallentando lo svuotamento gastrico. Inoltre, sembrerebbe che ci sia la presenza di alcune sostanze ormonali dotate di proprietà comparabili all’insulina. In tal senso, l’impiego del baccello di fagiolo risulta essere utile nel diabete di tipo II, associato a obesità e nelle iperglicemie. I suoi principi attivi, grazie alla presenza della tirosina, hanno la capacità di stimolare il metabolismo e di rendere corretto il funzionamento della ghiandola tiroidea. Per l’alto contenuto di fibre, risulta essere utile per la regolarità intestinale, producendo un alto senso di sazietà, motivo fondamentale per cui i fagiolo risultano essere un valido aiuto nelle diete dimagranti.

Studi recenti hanno evidenziato che il consumo regolare di fagioli costituisce un trattamento che previene l’aterosclerosi e le malattie cardiache.

BACCELLO DI FAGIOLO – FASEOLAMINA: dosi consigliate e controindicazioni

Il baccello di fagiolo lo si trova in commercio sotto forma di tisana, tavolette, capsule e tintura madre.  Si preferisce impiegare la polvere al dosaggio di 800 mg o la faseolamina al dosaggio di 200 mg, due-tre volte al dì, in tavolette o in opercoli gelatinosi che vengono impiegati nelle diete dimagranti, in caso di cellulite, calcoli renali, con la dose di 2 capsule da assumere prima dei pasti principali. Per quanto riguarda la tisana, fa bene assumerla tra un pasto e l’altro, due-tre volte al dì. La tintura madre, che è preparata con i semi del fagiolo essiccati in una soluzione idro-alcolica, necessita di prescrizione medica che stabilisce il dosaggio necessario.

Il suo utilizzo prolungato può dare luogo ad episodi occasionali di nausea. Gli estratti derivati dal baccello di fagiolo possono risultare controindicati in gravidanza, allattamento, per chi soffre di stipsi o per chi soffre di ulcera gastroduodenale e per chi assume ormoni tiroidei.

BACCELLO DI FAGIOLO – FASEOLAMINA: utilizzi e accortezze in cucina

Per utilizzo alimentare, i fagioli si trovano in commercio secchi, freschi e in scatola. Quelli secchi devono essere lavati accuratamente e messi a mollo per 24 ore circa, per poi poterli utilizzare come alimento principe di minestre o insalate fredde. Quelli freschi devono essere sgranati e lavati per poi essere cucinati. Quelli in scatola, che risultano essere i più consumati, sono già pronti per poterli consumare, ma ovviamente non sono i nostri preferiti..

E’ importante sapere che i semi di fagiolo crudi possono essere la causa di intossicazioni e avvelenamenti, soprattutto in soggetti deboli come i bambini, a causa del contenuto della fasina, che risulta essere una proteina velenosa. Per tale ragione è opportuno consumare i fagioli previa cottura. Difatti, presso alcuni popoli indigeni era usanza estrarre dai legumi questo principio attivo per preparare dei veleni, fra cui era ritenuto mortale quello ottenuto dalla miscela con il loto.

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